Uncharted the Lost Legacy

Finalmente arrivavo all'ultimo capitolo della serie, spin-off con protagoniste Chloe Frazer e Nadine Ross, quest'ultima una mercenaria che in Uncharted 4 era nemica dei fratelli Drake. La doppiatrice di Chloe ha reso perfettamente il personaggio, poi ha un timbro particolare, e quando è sarcastica fa anche sorridere. Lo avevo pre-ordinato nel 2017, ricordo che quando ho visto il trailer che rivelava il gioco ero felicissima, anche se coperta in volto si capiva perfettamente chi fosse, e appena aprirono il pre-ordine su amazon l'ho prenotato, essendo comunque a un prezzo accessibile (se fosse stato sui 60€ già mi era impossibile prenotarlo). Il giorno in cui mi arrivò, ero già in pole-position per scattare appena suonava il postino. Ho passato due settimane con questo gioco, arrivando al platino in tempo record. Le modalità distruttive in Uncharted sono sempre un macello, ma ce l'ho fatta per la quinta volta, con grandissima soddisfazione.
Rigiocarlo dopo tanto tempo è stato bello davvero, perché la location è una di quelle in cui gireresti anche così, a vuoto, per scattare screenshots. L'India è meravigliosa.
La grafica e il voler creare mondi di gioco colmi di particolari, e minuzioserie invoglia a soffermarsi sulla meraviglia dei videogames odierni. PS4 ha dato la possibilità di fare screenshots, e mi chiedo perché non ha mai implementato la possibilità già su PS3 (comunque la sognavo già dalla PS2, ma dettagli). Nadine come personaggio continua a non piacermi, non sono poi una che ama i cattivi, anche se qui non è in qualità di "cattiva" come nel suo capitolo d'esordio. Ma se devo dare una preferenza fra i cattivi di Uncharted, direi Eddie Raja, lui almeno era anche simpatico.
Era un po' scontato che nel gioco riapparisse Sam Drake, visto che anche lui ha appena esordito, ma in ogni caso con Chloe avrei preferito Charlie Cutter in quest'avventura. Chloe è apparsa due volte nella serie principale, lui solo una.
The Lost Legacy è un videogioco di breve durata (purtroppo) con un cattivo di quelli che stancano perché sono i tipici cattivoni ossessionati da potere e controllo che distrugge tutto quello che incontra. Ma la storia ne vale la pena, perché si conosceranno un po' le origini di Chloe, mezza indiana e mezza australiana. E poi i paesaggi, e perché no, il girl power.
A malincuore l'ho accantonato nuovamente, spero di non far passare altri tre anni prima di rigiocarlo in un momento nostalgico.

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